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La ridente città di Salerno è il teatro delle vicende raccontate nel libro, che si immergono in una storia più vasta, che attraversa per intero il XX secolo e arriva alle soglie dei nostri giorni. Il racconto si snoda con un ritmo che coinvolge e appassiona, attraverso un susseguirsi di eventi che muovono dall'iniziale rapporto tra Gustavo Ferrari e Antonino Moscato e coinvolgono i loro discendenti. Essi ruotano attorno all'affitto di una casa nel centro appartenuta a un barone, e si muovono in parallelo con i fatti che hanno investito la società italiana nel medesimo periodo considerato e hanno determinato trasformazioni politiche, economiche e sociali al suo interno. Il romanzo induce a riflettere sulle logiche profonde della società, sull'importanza dei rapporti umani e sulla centralità della proprietà, che non è una ricchezza statica, ma è dinamica, che vive e si trasforma anche in funzione del suo utilizzo. Essa è al servizio di finalità proprie e altrui, nell'ambito di uno scambio volontario che reca benefici a tutte le controparti ed è creatore di reddito per l'intera collettività. È inoltre associata al rispetto per l'altro, all'idea stessa di diritto, e consente tante cose, tra le quali il dispiegarsi della generosità umana con il dono e la condivisione. Prefazione di Carlo Lottieri. Presentazione di Giorgio Spaziani Testa. Postfazione di Daniele Rabia.